Agropoli è scesa nuovamente in piazza per contestare quelle decisioni politiche che mettono a rischio non solo l'ospedale di Agropoli, ma qualcosa di più importante, ossia lo stesso diritto alla salute. L'appuntamento per la partenza è in piazza della Repubblica alle ore 18.00. La gente arriva ma con lentezza. Sono soprattutto persone adulte e anziane ad affollare la piazza, pochi i giovani, davvero un segnale non incoraggiante. Ci sono rappresentanze di ogni gruppo cittadino: associazioni religiose, sindacati, partiti, gruppi ambientalisti e gente comune.
Non mancano i sindaci dei comuni del comprensorio o i loro rappresentanti. L'impressione però fin dai primi attimi è che la gente non sia molta, sicuramente meno rispetto a quanta se ne prevedeva, meno rispetto a quando si scese per la prima volta in piazza per dire no! alla chiusura del Pronto Soccorso dell'Ospedale Civile di Agropoli.
Intorno alle 19.00 il corteo prende il via a passo lento, attraversa Piazza della Repubblica, viale Europa, Via Piave e Piazza Vittorio Veneto. Si attraversa un ambiente surreale con i negozi con le luci spente e le insegne abbassate in segno di lutto. A capo della folla un grande striscione che recita Salviamo l'ospedale, seguono i sindaci con la fascia tricolore, poi tanta gente che sventola bandiere, che regge striscioni o che grida in difese del nosocomio cittadino. Il corteo prosegue per via Pio X per raggiungere l'Ospedale. Lungo la strada qualcuno si affaccia ai balconi della propria abitazione, si vedo i flash quasi, si trattasse di una processione, di un evento da non perdere, da immortalare. Ci sarebbe da chiedersi perché alcune persone anziché scendere in piazza per un bene comune fossero rimaste a casa? Forse disinteresse? Forse immaginavano fosse inutile simile manifestazione? Forse disorganizzazione? Quest'ultima ipotesi è da tenere conto per quanto tra poco si racconterà.
Il corteo giunge in prossimità dell'Ospedale. Gli organizzatori annunciano che si proseguirà fino alla rotonda dove si incrociano le strade per Castellabate e per la SS.18, per poi far ritorno all'Ospedale. Il corteo prosegue. Chi è avanti non si accorge però che durante il percorso qualcuno è sparito. Diminuisce la gente, scompaiono le fasce tricolori dei sindaci. I primi cittadini non ci sono più. Giunti alla rotonda, qualcuno decide di bloccare la strada. Gli animi si scaldano, i Carabinieri invitano a lasciar scorrere il traffico. D'improvviso si creano decine di metri di file in direzione di Castellabate e della Frazione Madonna del Carmine. Ad un tratto le code compaiono anche sulla SS18. Per i Carabinieri, per ragioni di sicurezza. bisogna sbloccare il traffico. Qualcuno urla, si ribella, si piazza in mezzo alla strada e inizia a chiedersi: Dove sono i sindaci? Ma i primi cittadini non ci sono. Non ci muoveremo di qui urla qualcuno finché i sindaci non ci diranno qual è la sorte del nostro ospedale. Soltanto il buon senso unito alla rassegnazione, dopo diversi momenti di caos, induce quei pochi rimasti a protestare a tornare indietro. La voglia di urlare non c'è più, le bandiere non sventolano. Si arriva all'Ospedale Civile di Agropoli. Lì c'è il sindaco di Franco Alfieri con gli altri membri dell'amministrazione comunale. Gli altri primi cittadini sono già andati via. Qualcuno chiede spiegazioni e dopo diversi momenti passati a dialogare anche animatamente, si comprende che forse qualche problema d'organizzazione c'è stato.
Poi il sindaco Alfieri prende la parola, annuncia che per l'estate l'Ospedale non verrà depotenziato, che il Governo ha bocciato il piano Zuccatelli e che per questo la Regione dovrà elaborare un nuovo piano sanitario. Saremo vigili afferma il primo cittadino di Agropoli. La necessità è che i vertici regionali ascoltino le istanze del territorio e analizzino i numeri di accesso ai vari presidi ospedalieri nell'elaborazione di un nuovo piano. Il nosocomio di Agropoli, ha un numero di accessi davvero alto.
Sono quasi le 21.00 quando il corteo si scioglie. C'è chi va via un po' più disteso, chi è deluso. In fondo il messaggio è arrivato, lo hanno documentato i tanti organi di stampa presenti. Agropoli non vuole perdere il suo Ospedale. Lo sapranno in Regione quando si presenterà nuovamente la necessità di chiudere o ridimensionare delle strutture. E se un giorno l'Ospedale di Agropoli dovesse essere definitivamente salvo, il merito sarà anche anzi soprattutto di coloro che erano per strada pronti a protestare affinché venisse riconosciuto loro il diritto alla salute, un diritto di tutti, anche di chi che era rimasto a casa a guardare la TV, che era in giro per la città o sui balconi a scattare foto. Signori, questa non è una processione, ma è comunque un grande evento. Oggi, forse, si è salvata la salute di tutti, Ma questo lo sapremo soltanto in futuro.
Domani su InfoAgropoli Tv, sarà presentato un servizio sull'intera manifestazione con le interviste ai protagonisti.